Narni, veduta del borgo

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Appartenenza oggetto
Altrui
Categoria
Disegno
Nazione, Regione, Provincia
Stati Uniti d'America
Luogo di conservazione
Notre Dame (IN), Snite Museum of Art
Materia e tecnica
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta
Autore
Bidauld, Jean-Joseph-Xavier (Carpentras, 1758 - Montmorency, 1846)
Datazione
sec. XVIII/ 1785-1780
Dimensioni
cm 15,5 x 32,3

Descrizione breve

Jean-Joseph-Xavier Bidauld studiò pittura prima a Lione con il fratello Jean-Pierre-Xavier, pittore di paesaggi e nature morte, poi a Parigi, sotto la guida di Claude-Joseph Vernet. È quest’ultimo a indirizzarlo verso il paesaggio e l’attività en plein air. Grazie al sostegno di un mercante di quadri, M. Dulac, dal 1785 al 1790 Bidauld è in Italia, a Roma, per completare la propria formazione. Soggiorna a Roma, ma compie diversi spostamenti per dipingere la campagna italiana: Subiaco, Narni, Civita Castellana, Tivoli, isola di Liri.

Diversi sono gli oli e i disegni dedicati da Bidauld alla zona di Narni e ricordati dalle fonti: due petits paysages di quest’area furono esposti al Salon del 1793, tre piccoli studi a olio sono elencati nella vendita postuma del 1847, ricordi di Narni fanno da sfondo a quadri perduti come quello venduto a Parigi il 29 aprile 1885 o quello esposto al Salondel 1843. Oggi si conoscono i due conservati a Carpentras ed Amies, tre dipinti passati sul mercato antiquario e, oltre a questo, un disegno in collezione privata.

Il foglio disegna il piccolo borgo di Narni a partire dalla strada che vi conduce. Descritti con grande sintesi i colli che incorniciano il centro abitato, Bidauld si sofferma sulla descrizione degli edifici, tarsie geometriche digradanti dall’alto verso il basso, dove le torri creano una sorta di accenti tonici a ritmare la composizione. Dominato dalla componente lineare, secondo la tradizione neoclassica, il foglio costituisce uno studio realizzato dal vero, sur motif. Era infatti pratica comune per gli artisti a queste date sia dipingere en plein air sia disegnare i propri soggetti. Si tratta di due operazioni complementari, laddove la matita definiva strutture e forma, mentre l’olio si concentrava nella resa della luce italiana e della componente atmosferica.

Bibliografia

Bibliografia essenziale: /.

Bibliografia essenziale sull'artista: Gutwirth 1978; Ottani Cavina 2001, p. 124; Ottani Cavina, Calbi 2005, pp. 118-122.