Papigno (?), monti nei dintorni del borgo

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Appartenenza oggetto
Altrui
Categoria
dipinto
Nazione, Regione, Provincia
Francia
Luogo di conservazione
Collezione Michael Pächt
Materia e tecnica
olio su carta trasportato su tela
Autore
Bertin, Edouard (Parigi, 1797-1871)
Datazione
sec. XIX/ 1825-1826 ca.
Dimensioni
46 x 34,6 cm

Descrizione breve

Eduard Bertin nasce nel mondo delle lettere francesi. Il padre Louis-François è infatti il fondatore del «Journal des Débats». Orientato inizialmente verso la pittura di storia, studia all’École des Beaux-Arts sotto la guida di Girodet-Trioson, optando poi per la pittura di paesaggio sotto la guida prima di Jean-Joseph-Xavier Bidauld poi di Louis-Étienne Watelet. Malgrado la sua partecipazione al Prix de Rome del 1821 sia un insuccesso, il pittore parte per l’Italia, dove soggiorna fino al 1823. Il rientro è di breve durata: avendo conosciuto Corot e Carouelle d’Aliquy, Bertin fa ritorno nel nostro paese in loro compagnia, trattenendosi fino al 1827 e dedicandosi al disegno e alla pittura en plein air. Concluso il periodo di formazione, Bertin si impegna nella carriera artistica, sia come pittore sia come ispettore delle Belle Arti, incarico con il quale tornerà più volte nella nostra penisola. Non solo: viaggiatore indefesso, Bertin visiterà Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Spagna e Oriente. Sarà la morte del fratello a fargli accantonare i pennelli: nel 1854 Bertin prenderà infatti la direzione del «Journal des Débats».

È probabile che la presenza di Eduard Bertin in val ternana debba datarsi al suo secondo viaggio in Italia, quando, in compagnia di Corot e d’Aliquy, egli soggiorna a Roma, lavorando en plei air nella capitale e nei suoi dintorni (ricordiamo infatti che Corot trascorse l’estate del 1826 nella zona di Terni e Narni).

L’olio su carta, passato sul mercato antiquario olandese con l’intitolazione generica di paysage montagneux, sembra ritrarre, sulla base dei confronti con opere di Turner e Keisermann, il paesaggio montuoso che poteva ammirarsi lungo la strada che da Terni conduceva, addentrandosi nella valle del Nera, verso la cascata delle Marmore. Al pari dell’amico e connazionale Corot, Bertin si dimostra attratto da un soggetto antieroico, che rifugge i siti convenzionali per soffermarsi sulla bellezza della natura nei suoi aspetti più scabri e selvaggi. In questo caso l’attenzione del pittore si concentra sulle masse di roccia, solo parzialmente coperte dalla vegetazione, che, alternandosi su più piani secondo una dinamica composizione asimmetrica, accompagnano lo sguardo dello spettatore verso lo sfondo e il luminoso cielo azzurro, di forte valenza atmosferica. Realizzato con una pennellata veloce intrisa di materia pittorica, l’olio esemplifica la predilezione di Bertin per una composizione sintetica, di grande semplicità ed impatto visivo.

Bibliografia

Bibliografia essenziale: Sur la route d’Italie 2014, pp. 162-163, n. 42.

Bibliografia essenziale sull’artista: Harambourg 1985, p. 48; Conisbee, Faunce, Strick 1996, pp. 210-211; Vergniol 2000; Sur la route d’Italie 2014, p. 218.