Papigno

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Appartenenza oggetto
Altrui
Categoria
Disegno
Nazione, Regione, Provincia
Austria
Luogo di conservazione
Vienna, Akademie der Bildenden Künste - Kupferstichkabinett
Materia e tecnica
matita, penna, pennello, inchiostro grigio marrone su carta
Autore
Hackert, Jacob Philipp (Prenzlau, 1737 - Firenze, 1807)
Datazione
sec. XVIII/ 1776
Dimensioni
cm 34,4 x 45,2

Descrizione breve

Pittore tedesco molto amato da Goethe, Jacob PhilippHackert conobbe grande fortuna in Italia. Formatosi prima con il padre e poi a Berlino, l’artista si trasferisce a Parigi nel 1761. Quando nel 1768 giunge a Roma ha 31 anni, ed è già un artista maturo. Nonostante questo si dedica alle pratiche consuete ai pittori ancora in corso di formazione: copia dai grandi maestri, dall’antico, studia il paesaggio dal vero. Le opere di Hackert conoscono presto il favore di importanti committenti stranieri, fra cui Caterina II di Russia. Invitato a Napoli da William Hamilton nel 1770, nel 1786 diviene pittore di corte di Ferdinando IV. Con l’arrivo dei francesi a Napoli nel 1799 si sposta a Firenze, dove muore nel 1807.

Nel suo lungo soggiorno nel nostro paese Hackert ha percorso più volte gli itinerari battuti dagli artisti nel sud Italia, nei dintorni di Roma, in Umbria. Le iscrizioni sui disegni realizzati en plein air ne documentano la presenza in val ternana nel 1776, ma il pittore visitò la zona già nel 1772 e, una terza volta, nel 1778, dopo essersi recato a Civita Castellana.

Come uno dei disegni del ponte di Narni conservati all’Accademia di Vienna anche questo foglio reca un’iscrizione che consente di datarlo allo stesso soggiorno in val ternana: a Papinia près Terni 1776. Sulla strada per la cascata, il pittore si ferma dunque a ritrarre il piccolo borgo sullo sfondo di una paesaggio collinare. In un susseguirsi di balze rocciose e mura cittadine, la composizione si scandisce in profondità alternando zone di ombra e luce. Acque, vegetazione, rocce, tutto è descritto con analiticità minuta e cura per il dettaglio, carattere peculiare dello stile ‘documentario’ di Hackert, che non esula però dall’applicazione calibrata delle regole del paesaggio classico.A questo demandano le figure che animano l’insieme, con un senso della misura che ne evita lo scadere nell’aneddotica pittoresca.

Bibliografia

Bibliografia essenziale: Nordhoff, Reimer 1994, vol. 2, p. 288 n. 697.

Bibliografia essenziale sull’artista: Nordhoff, Reimer 1994; De Seta 2005; Ottani Cavina, Calbi 2005, pp. 219-222.