Narni, il ponte di Augusto

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Appartenenza oggetto
Altrui
Categoria
Dipinto
Nazione, Regione, Provincia
Germania
Luogo di conservazione
Monaco di Baviera, Daxer & Marschall (segnalato nel 2008)
Materia e tecnica
olio su tela
Autore
Chauvin, Pierre-Athanase (Parigi, 1774 - Roma, 1832)
Datazione
sec. XIX/ 1813
Dimensioni
cm 67 x 94,5

Descrizione breve

Pierre-Athanase Chauvin studiò pittura e prospettiva nell’atelier di Pierre-Henri de Valenciennes, e fa quindi parte della prima generazione di paesaggisti avviati su questa strada dall’artista francese ‘padre’ del paesaggio neoclassico. A differenza di molti coetanei, Chauvin non si limitò a un soggiorno di formazione in Italia ma ne fece la propria patria. Arrivato a Roma nel 1802, vi si trattenne fino alla morte nel 1832, se si esclude un breve rientro a Parigi nel 1827. A Roma aprì un atelier e lavorò per il milieu di viaggiatori internazionali che amavano le sue raffigurazioni idealizzate del paesaggio neoclassico. Molti sono i suoi dipinti finiti conservati nei musei, molto meno gli oli eseguiti direttamente d’aprés nature oggi conosciuti.

Il ponte di Narni non poteva mancare nel carnet di un pittore che aveva scelto di lavorare per il mercato del Grand Tour, vista la fama del sito. Le fonti ricordano che Chauvin espose un dipinto raffigurante La valle di Narni con le rovine del ponte di Augusto al Salon del 1827 (Aubrun 1977, p. 207 n. 42), lo stesso in cui Corot presentò il suo quadro di analogo soggetto oggi conservato alla National Gallery di Ottawa, Canada. Impossibile sapere se tale dipinto fosse identico a quello qui schedato.

Il quadro si compone nel rispetto quasi manualistico delle regole del paesaggio neoclassico: un piccolo promontorio in ombra, in primo piano, funge da repoussoir da cui lo sguardo dell’osservatore più addentrarsi nella composizione; le pendici dei monti, coperti di vegetazione, fungono da quinte laterali sottolineando la centralità delle rovine del ponte di Narni e del ponte medievale alle sue spalle. In secondo piano si apre la valle, chiusa dalle catene montuose descritte nelle variazioni cromatiche imposte dalla prospettiva aerea, che evidenzia l’abilità coloristica del pittore. Contadini e pastori abitano questa visione idealizzata del nostro paesaggio, descritto come idillico luogo di convivenza di antico e natura.

Bibliografia

Bigliografia essenziale: /.

Bibliografia essenziale sull'artista: Aubrun 1977; Ottani Cavina 2001, pp. 150-151; Sisi 2003, pp. 146-148.